Regionali Sicilia: i precedenti e le aspettative dei partiti

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Regionali Sicilia: i precedenti e le aspettative dei partiti
03/11/2017

Storicamente ha sorriso a centrodestra, ma dal 2013 M5s primo

La Sicilia ha storicamente sorriso sempre al centrodestra e poco al centrosinistrama dal 2013 il primo partito è il M5s. Situazione fotografata dagli ultimi sondaggi disponibili. Ciascuno ha delle aspettative sull'isola che possono avere riflessi nazionali. 

LA GUIDA AL VOTO

Nelle precedenti Regionali, il 28 ottobre 2012, si impose Rosario Crocetta, grazie alle divisioni del centrodestra.

Crocetta ottenne infatti, 617.073 voti, pari al 30,477%; il centrodestra si presentava con due candidati, Nello Musumeci, che raccolse 521.022 voti (25,73%), e Gianfranco Micciché che ne ottenne altri 312.112 voti (15,41%). Anche allora M5s schierò Giancarlo Cancellieri sul cui confluirono 368.006 voti (18,18%). La sinistra con Giovanna Marano, ebbe 122.633 (6,057%) voti.

Guardando invece i singoli partiti, il primo risultò M5s, con 285.202 voti (14,888%); dietro il Pd con 257.274 voti (13,43%), e il Pdl con 247.351 voti (12,912%). Crocetta vinse grazie al sostegno anche dell'Udc che ottenne 207.827 voti (10,849%) e a quello della Lista Crocetta, con 118.346 voti (6,178%). Dopo pochi mesi, alle politiche del 24 febbraio 2013, il Pd di Bersani ebbe il 18,65% in Sicilia Occidentale e il 18,59% in quella Orientale. Il Centrodestra fece segnare rispettivamente il 30,73% e il 31,83%. Primo partito fu ancora M5s che ebbe rispettivamente il 34,55% e 32,74%.

Se dunque il centrosinistra nell'Isola non è mai andato molto forte, la Caporetto storica fu alle politiche del 2001, quando si votava con il Mattarellum: i 61 collegi uninominali (41 alla Camera e 20 al Senato), furono tutti vinti dal centrodestra, mentre l'Ulivo elesse solo quelli con il recupero proporzionale. I Ds si bloccarono all' 11,61% nella Sicilia occidentale e il 9,13% in quella orientale, mentre la Margherita fece segnare rispettivamente l' 11,47% e il 16,14%. L'unico boom elettorale del centrosinistra si è registrato alle Europee del 2014, con il Pd di Renzi al 33,62% (ma il 40,82% nel resto d'Italia), davanti al 26,31% di M5s, al 21,26 di Fi e al 9,13 di Ncd e Udc uniti.

Alle Comunali di Palermo dello scorso giugno, però, nuovo crollo per i Dem, che sostenevano Leoluca Orlando: questi non volle il simbolo del Pd, che si presentò con i centristi con la lista "Democratici e Popolari", che ottenne solo l'8,57%. Come 5 anni fa, le regionali siciliane precedono di pochi mesi le elezioni politichee sono quindi indicative anche alla luce del Rosatellum che spinge a formare coalizioni.

Se il centrodestra di Musumeci si imporrà, favorirà un accordo tra Lega, Fi e Fdi sulla spartizione dei seggi uninominali mentre è plausibile nascano contenzioni sulle "colpe" della sconfitta se si imporrà M5s.

Questi è "costretto" a vincere, essendo il primo partito (tranne che nel 2014) e se così sarà, si tratterà di un trampolino anche per Luigi Di Maio nel 2018. Per il Pd è la prova più difficile dopo la scissione di Mdp, con i sondaggi che puniscono il candidato Fabrizio Micari. C'è una asticella sotto la quale ci sarà un riverbero a livello nazionale? Tra l'8,57% dello scorso giugno e il 33,62% del 2014, dove porla? Matteo Renzi, che è stato in Sicilia poche ore, ha detto che non è un test nazionale ma una tornata per eleggere le istituzioni Regionali. Ma in caso di risultato deludente saranno comunque gli avversari interni ed esterni al segretario ad attribuire al lui la nuova frenata, non incoraggiante in vista delle politiche.

FONTE: ANSA



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