Un negozio con tre dipendenti ha ricevuto un controllo da parte dell’Inps, nel corso del quale è stata evidenziata la presenza di un quarto lavoratore non regolarmente assunto.
La ditta rischia la chiusura del negozio, oltre a una maxisanzione? In caso di risposta affermativa, qual è la durata prevista per l’eventuale chiusura?
Dopo le modifiche introdotte dal Collegato lavoro, è “lavoratore in nero” quello per il quale non è stata inviata la comunicazione preventiva di assunzione, consistente nel modello telematico Unilav. Deve, dunque, trattarsi di un lavoratore sconosciuto alla pubblica amministrazione. Va anche precisato che, tuttavia, la maxisanzione non si applica qualora, dagli adempimenti di carattere contributivo precedentemente assolti, si evidenzi la volontà di non occultare il rapporto. Nel caso in cui il personale ispettivo riscontri ipotesi di lavoro nero alle quali è applicabile la maxisanzione, si deve diffidare il trasgressore a regolarizzare la posizione dei lavoratori coinvolti sotto il profilo contributivo, retributivo e lavori stico. Se il datore ottempera alla diffida, in caso di lavoro totalmente in nero, la sanzione ammonta a 1500 euro per ciascun lavoratore irregolare, ed è maggiorata di 37,50 euro per ogni giornata di lavoro irregolare.
La sospensione dell’attività è discrezionale (l’articolo 14 del Dlgs 81/2008 parla di “possibilità”) per gli organi di vigilanza. Nel caso in esame, con quattro lavoratori di cui uno in nero, formalmente i presupposti per la sospensione dell’attività sono presenti (un lavoratore in nero è pari al 25% della forza lavoro e, dunque, si oltrepassa la soglia del 20% necessaria per l’adozione del procedimento).
Fonte: Il Sole 24 Ore.