Corsi di lingua straniera: il contratto per i docenti

ESPERTO RISPONDE
CATEGORIA: Diritto del lavoro


Corsi di lingua straniera: il contratto per i docenti

Sono titolare di un’impresa individuale che organizza corsi di lingua straniera. Si lavora da settembre a metà giugno. Fino a giugno 2012 proponevo ai docenti un contratto co.co.pro. Dopo la riforma Fornero ho dovuto offrire il contratto nazionale a tempo determinato (categorie scuole provate) con grande aumento costi e minima flessibilità nell’organizzazione dell’orario degli insegnanti. C’è un’alternativa a questo tipo di contratto? Se potessi offrire il “vecchio” modello, avrei costi inferiori e la possibilità di accettare lavoro da enti/imprese che il contratto nazionale rende di difficile attuazione causa la sua rigidità (oltre a renderlo poco conveniente economicamente).
Paradossalmente, nonostante una maggior richiesta, sto valutando di ridurre il numero di insegnanti e rifiutare richieste diverse da quelle riguardanti il corso classico che si tiene nella sede della scuola da settembre a giugno.


Perché il contratto a progetto sia legittimo (la conseguenza, nel caso contrario, è la conversione in rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato), occorre che vi sia l’individuazione di uno specifico progetto, scelto dal committente e gestito in autonomia da parte del collaboratore. Inoltre, il progetto, alla luce delle modifiche introdotte dalla riforma Fornero e delle successive integrazioni, dev’essere funzionalmente collegato a un determinato risultato finale e non può consistere in una mera riproposizione dell’oggetto sociale del committente, e indipendentemente dal tempo impiegato per l’esecuzione dell’attività lavorativa (articolo61, comma1, del Dlgs 10 settembre 2003, n.276). Infine, il progetto non può comportare lo svolgimento di compiti meramente esecutivi e ripetitivi.
La soluzione più corretta e tranquillizzante, anche se certamente (come evidenziato dal lettore) più onerosa, è quella che si sta praticando ora, ossia il contratto a tempo determinato (con il vincolo dei 36 mesi totali, salvo stipula in deroga presso la Direzione territoriale del lavoro). In alternativa, si potrebbero impiegare diversi insegnanti con il sistema dei voucher (lavoro accessorio), fermo restando che non si potrebbero erogare a ognuno più di 2000 euro netti nell’anno solare. Ancora in via alternativa, è ipotizzabile il ricorso al lavoro autonomo a partita Iva, ma in presenza dei requisiti – sostanziali e non formali – del lavoro autonomo: in altre parole, il docente dovrebbe decidere il programma e gli orari delle lezioni, non avere il lettore come committente prevalente, dovrebbe potersi assentare senza autorizzazione e così via.
Ancora i via alternativa, è possibile utilizzare docenti collocati a riposo e titolari di pensione di vecchiaia, rispetto ai quali la collaborazione coordinata e continuativa è possibile senza che debba essere individuato uno specifico progetto.
Un’ultima possibilità, anch’essa onerosa però, è costituita dal ricorso alla somministrazione tramite un’agenzia per il lavoro.

Fonte: Il Sole 24 Ore. A cura di Francesco Pirrone.



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