TORINO - La corsa alla presidenza della Repubblica? E' un "gioco al massacro", al quale il grande vecchio della sinistra italiana non ha alcuna voglia di partecipare. Ieri al Salone del libro, un Norberto Bobbio commosso, ma anche disteso e sorridente, ha dedicato un lungo e applauditissimo discorso alla figura di Sandro Pertini, del quale veniva presentata l' opera completa. E, fuori dall' ufficialità, ha spiegato ai giornalisti e a un gruppo di amici, tra i quali spiccava la vedova di Pertini, Carla Voltolina, le ragioni del suo rifiuto. "Pertini aveva un anno meno di me quando fu eletto", ha detto Bobbio, "ed era di gran lunga più in gamba. Io sono radicato qui, a Torino, tra i miei studi, sono un uomo molto legato alla famiglia, a mia moglie. Qualche giorno fa un mio nipotino mi ha detto: ' Nonno, guai se tu diventassi presidente, tu e la nonna dovreste stare sempre lontani da Torino' . E questo per me, che non ho mai fatto politica attiva, è un argomento che vale di più di qualsiasi carica". Bobbio, che già da venerdì non partecipava alle votazioni di Montecitorio per presenziare invece ai suoi appuntamenti culturali torinesi, non ha voluto indicare alcun "erede" del Pertini del quale aveva appena finito di tessere gli elogi. Ma nel suo discorso ha insistito moltissimo sulla "diversità" di un uomo al quale "l' essere salito sul colle più alto non aveva dato alla testa". Carla Voltolina lo ha ascoltato commosso, poi la sua naturale e agrodolce ironia ha prevalso sulla decisione di non prendere parte alle polemiche politiche. "Sandro", ha detto, "è stato per me un grande amore, un grande maestro, un grande socialista. Quelli come lui, e come Bobbio, erano i socialisti di un tempo, i socialisti che amavo. La candidatura di Bobbio? Il sucessore di Pertini? Suvvia, non sono cose attuali, non è attuale parlare di questo... Guardate quello che succede in questi giorni, e capirete perché...".
Fonte: laRepubblica.it