È una clausola di "flessibilità" rispetto agli obiettivi di finanza pubblica fissati da Bruxelles e consente che le spese per interventi a sostegno dell'economia e della produttività non vengano conteggiate nel calcolo della soglia del rapporto deficit/Pil al 3%. Una partita che per l'Italia vale circa 3 miliardi. La sua attivazione nei singoli Stati membri la decide, caso per caso, la Commissione, in sede di valutazione dei bilanci nazionali 2014 e i consuntivi del 2013.
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