Il 21 settembre Camera vota su Italicum. Pd valuta propria mozione

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Il 21 settembre Camera vota su Italicum. Pd valuta propria mozione
15/09/2016

 La riforma della legge elettorale arriva alla Camera, la prossima settimana l'aula di Montecitorio voterà sulla mozione presentata da Sinistra italiana che chiede di azzerare le norme esistenti e scrivere una nuova legge. La decisione la ha presa la conferenza dei capigruppo di oggi e il Pd sta valutando, secondo quanto si apprende, l'eventualità di presentare un proprio documento.

Il ragionamento nel Pd è ancora in corso, nessuna decisione è stata presa e anche per questo motivo il capogruppo Ettore Rosato ha voluto convocare una riunione del gruppo per il 20 settembre, alla vigilia del voto in Aula.

"Di solito - spiega un dirigente Pd - quando si vota su qualche mozione, il Pd ne presenta una propria sull'argomento". Il motivo è abbastanza chiaro: il testo di Sinistra italiana chiede di lavorare a una nuova legge elettorale ma partendo dal presupposto della possibile incostituzionalità dell'Italicum, argomento che certo il Pd non può accettare.

D'altro canto, Renzi ha deciso di aprire ad un confronto su questo tema e si sta valutando se mettere nero su bianco questo ragionamento: un testo che, pur ribadendo la bontà dell'Italicum, impegnerebbe poi il Parlamento, alla luce delle tante richieste di rivedere la legge elettorale, ad aprire un confronto, magari ribadendo il paletto della governabilità come condizione imprescindibile.

Il ragionamento viene fatto soprattutto tra i renziani, e si valutano pro e contro di un'iniziativa del genere. Da un lato, infatti, un documento del genere potrebbe certificare che, allo stato, solo il Pd è disponibile a ragionare sull'argomento. Verrebbe quindi tolto di mezzo uno degli argomenti della minoranza Pd, che accusa Renzi di non voler fare sul serio.

Renzi, però, non vuole sconfessare la legge sulla quale ha chiesto la fiducia, bisgnerebbe muoversi su un crinale stretto per ribadire la bontà dell'Italicum e chiedere al tempo stesso al Parlamento di rimettersi intorno ad un tavolo per valutare eventuali modifiche. "Si vedrà nei prossimi giorni - spiega un dirigente Pd - sarà alla fine Renzi a decidere, dovremo fare il punto con lui".

La minoranza bersaniana, intanto, si è riunita alla Camera e Roberto Speranza ha ribadito: "Ad oggi, dopo il discorso del segretario nazionale a Catania, il mio voto al referendum è no. Se dovessero arrivare fatti concreti nelle prossime ore capaci di cambiare l'equilibrio riforma costituzionale-legge elettorale sarò ben contento di valutarli".

 

(ASKANEWS)



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